Una giovane mamma, poco più che ventenne, è stata rinviata a giudizio
con l'accusa di aver venduto il figlio, di appena sette mesi, ad una
facoltosa coppia di coniugi del nord Italia.
La giovane, di Torre del Greco ma residente a Terzigno, avrebbe venduto
per poco meno di 10 mila euro il piccolo alla coppia con la complicità
di un intermediario, un 56enne napoletano noto negli ambienti
transgender. Lo riporta TvCity.it.
La donna avrebbe reso una falsa dichiarazione all'Ufficiale di Stato
Civile di Torre del Greco: da qui la partenza delle indagini, chiuse con
il rinvio a giudizio della donna e dell'uomo che fece da intermediario.
L'imprenditore a cui era stato venduto il bimbo, che oggi ha tre anni,
ha già patteggiato la condanna dichiarandosi 'padre naturale' del
piccolo. Ora il bambino è stato trasferito in una casa famiglia a Torre
del Greco, mentre la mamma a novembre dovrà comparire in tribunale con
l'accusa di alterazione dello stato civile di minore.
E' stato ritrovato vivo il bimbo giapponese di sette anni Yamato
Tanooka, abbandonato dai genitori per punizione in un bosco del nord del
paese sabato 28 maggio e sparito quando erano tornati a riprenderlo. Lo
riferiscono BBC e Guardian sui loro siti. Il bambino è in condizioni
relativamente buone ed è stato trovato nel territorio del Comune di
Shikabe, nell'isola di Hokkaido, dalle squadre di soccorso che lo
stavano cercando. Yamato era in un piccolo edificio in un'area di
esercitazioni per l'esercito, a 7 km da dove era scomparso. Il bambino è
stato rifocillato con pane e polpette di riso e portato in ospedale. I
genitori inizialmente avevano detto che si era perso mentre
raccoglievano verdure selvatiche. In seguito avevano ammesso di averlo
abbandonato per punizione, perché aveva lanciato pietre ad auto e
persone. Quando erano tornati a prenderlo, non lo avevano più trovato.
Il bambino non aveva acqua né cibo. La foresta è popolata di orsi e in
questi giorni era stata investita da forti piogge, con temperature scese
fino a 7 gradi.
Ha chiesto pubblicamente scusa il padre del bimbo. "Il
mio atto eccessivo ha costretto mio figlio ad avere un tempo doloroso -
ha detto Takayuki Tanooka alla stampa davanti all'ospedale di Hakodate,
dove il figlio Yamato è stato ricoverato per controlli -. Mi scuso
profondamente con le persone della sua scuola, con le persone delle
operazioni di ricerca, e con tutti quanti per aver creato problemi". Il
padre ha ringraziato le squadre di ricerca e ha detto di aver allevato
suo figlio "pieno d'amore fino ad oggi, e continuerò a fare così". Ora
secondo la polizia i genitori potrebbero essere indagati per negligenza.
Il piccolo Yamato è stato trovato alle 8 ora locale di venerdì mattina
(l'una di notte in Italia) in una baracca per esercitazioni
dell'esercito giapponese, a 7 km da dove era scomparso. Un soldato che
doveva fare dei lavori è entrato e ha visto il bambino. Gli ha chiesto
se era Yamato e quello ha risposto sì. Poi ha detto che aveva fame, e il
militare gli ha dato acqua, pane e polpette di riso. Yamato era in
buona salute, solo un po' disidratato e con qualche graffio. Ai
soccorritori ha detto di aver camminato per le montagne fino a che ha
trovato la baracca.
Una faccina simpatica, una linguaccia sempre presente che inteneriva
tutti, ma purtroppo quella di Layla King non era una linguaccia come
quella di tutti i neonati ma una malattia. La bimba, nata nel Missuri, è
venuta al mondo con una sindrome molto rara che non le permetteva di
tenere la lingua dentro la bocca.
Oggi, a 13 mesi, come riporta il Mirror,
per la prima volta riesce a sorridere come i suoi coetanei. Sono stati
necessari due delicati interventi chirurgici per correggere il difetto
congenito, ma finalmente oggi Layla sfoggia il suo tenerissimo sorriso.
La mamma della piccola, Danielle Youngburg, aveva scoperto
della sindrome di Beckwith-Wiedemann (BWS) mentre Layla era ancora nella
sua pancia. La sindrome causa una crescita smisurata dell'intestino che
contrae di conseguenza gli organi interni e, come in questo caso, anche
una crescita sproporzionata della lingua.
Fortunatamente gli interventi hanno avuto un esito positivo e oggi tutta
la famiglia è più serena. «Ogni volta che la mettevo a dormire tremavo
di paura», ha confessato la mamma, «La lingua, così grande, avrebbe
potuto ostruirle le vie aeree e soffocarla nel sonno».
«Dopo aver vinto le elezioni faremo tre grandissimi concerti: uno a
Centocelle e vi lascio immaginare con chi, un altro a Ostia e un altro
in una zona ancora da decidere. Io voglio festeggiare con i romani,
voglio che sia la città dei giovani». Lo ha detto a Radio Cusano Campus
il candidato sindaco di Roma Alfio Marchini aggiungendo che
«l'introduzione del sindaco della notte serve proprio a questo. È uno
scandalo che tutte le biblioteche siano chiuse la notte, gli esami si
preparano la notte. I giovani saranno per me il centro, questa deve
essere una città che attrae i giovani. Nessuno ormai progetta il proprio
futuro a Roma e questo per me è insopportabile».
Assoluta povertà, diritti violati, integrazione negata: così Amnesty International descrive la situazione dei rifugiati in Turchia,
chiedendo all'Ue di "interrompere immediatamente i piani di rinvio dei
richiedenti asilo sulla base della falsa pretesa che sia un Paese
sicuro". "L'accordo Ue-Turchia è sconsiderato e illegale", si legge nel
rapporto. E' una "invenzione", si aggiunge, che la Turchia sia capace di
rispettare i diritti dei rifugiati.
Secondo Amnesty, le difficoltà dell'accoglienza nel "Paese che ospita il più alto numero di rifugiati al mondo"
(2,75 milioni di siriani e 400mila tra iracheni, afgani e iraniani)
erano "prevedibili". I dati raccolti mostrano che solo il 4% delle 266
mila richieste di asilo registrate lo scorso anno dall'Unhcr sono state
prese in carico.
La maggior parte dei profughi, quindi, rimane
"in un limbo legale, a volte per anni". Nel frattempo, solo il 10% dei
siriani ha avuto accesso ai campi di accoglienza, mentre gli altri vivono dispersi per il Paese, spesso senza mezzi di sussistenza, come la quasi totalità dei profughi di altre nazionalità.
Per sopravvivere, molte famiglie fanno lavorare anche i bambini.
Il lavoro minorile è definito "comune" tra i rifugiati, con casi
registrati di bambini anche di 9 anni. Inoltre, accusa John Dalhuisen,
direttore dell'ong per l'Europa e l'Asia centrale, "la Turchia nega un
pieno status di rifugiato, e con esso l'integrazione, a tutti i
rifugiati non europei".
Due mesi fa, Amnesty aveva già accusato la Turchia di rimpatriare con la forza rifugiati in zone di conflitto o a rischio di violazioni dei diritti umani.