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venerdì 27 settembre 2013

ZUZZURRO, SUL PALCO CON UN TUMORE: "PERCHÉ SMETTERE DI FAR RIDERE LA GENTE?"

«Lo scorso febbraio ero in tournée e tossivo sempre. Ho fatto un controllo. Presto, la diagnosi: tumore al polmone. Molto aggressivo. Con linfonodi» Lo racconta Andrea Brambilla, in arte Zuzzurro, che ammette una prima difficile reazione. «Una brutta botta. Poi ho pensato che si può guarire, son guariti in tanti. Certo ti distrugge fisicamente. Ho cominciato la chemioterapia che alterno alla radioterapia. E ho capito che sto meglio se lavoro. Sono debilitato, ma bisogna reagire. Penso sia doveroso provarci. Vorrei dirlo a tutti, specie ai malati giovani: occorrono volontà e ottimismo». «Perché dovrei smettere di far ridere la gente?», si è detto Zuzzurro.  Poche certezze invece sulla via di guarigione. «Sono molto vaghi. Sulla guarigione, tacciono. Io faccio lo gnorri e loro cambiano discorso. Ma sono meravigliosi all'Istituto dei Tumori di Milano. Competenti e molto attenti all'aspetto psicologico. Ho invitato il mio oncologo alla prima teatrale del 15 ottobre e gli ho detto: "Guardi che se non faccio più ridere, la colpa è sua"».  Nel frattempo prosegue con la preparazione al nuovo spettacolo "Non c'è più il futuro di una volta 2.0", in programma per tre settimane (dal 15 ottobre) al teatro Leonardo di Milano.  Poi torna sulla malattia. «Ci sono giorni in cui mi sento bene e giorni in cui sono stanchissimo - spiega - Capisco che il fisico non mi segue e questo dà un senso di frustrazione. Ma bisogna reagire. È una questione anche psicologica. Io spero di farcela a recitare tutte le sere, anche il giorno dopo la chemio. Ho sempre cercato di far ridere la gente e continuerò a farlo. Ma se proprio dovessi saltare una recita, so che la gente e gli addetti ai lavori mi capirebbero. Per questo voglio raccontare pubblicamente la mia malattia: per rispetto al pubblico e alle persone che lavorano con me. Perché sappiano che se mi fermo non è per un capriccio. Ho anche avuto paura che qualcuno pensasse che parlo del mio tumore per farmi pubblicità, per attrarre spettatori. Ma alla fine ho deciso di fregarmene. Per me l'importante è continuare a far ridere. E non sbagliare le battute sul palco: questo mi preoccupa. Tutt'al più reciterò seduto».  Infine sul suo rapporto con il compagno di sempre, Nino Formicola in arte Gaspare. «È vero, ci considerano vecchi, superati, teatranti - dice - Ma a noi la tv di oggi non piace. Quindi sì, siamo un po' dispiaciuti, ma più di noi, il nostro direttore di banca. Non ci piace questa equazione per cui se non sei in televisione non sei nessuno. Noi per fortuna continuiamo a riempire i teatri. Zelig? È stato bello tornare come ospiti per qualche puntata e non ci aspettavamo una accoglienza così calorosa da parte del pubblico. Si vede che qualcosa di bello abbiamo fatto negli anni».